Napule, sovrannummenata 'a capitale d''o mediterraneo, capoluoco d''a pruvincia omonima e ''a reggione Campania, è na cità 'e circa nu melione 'e abetante e 4.400.000 perzone 'int'â ll'area metropolitana (cuntenente pure zzone d''a pruvincia 'e Caserta, Avellino e Salierno). Napule, 'a terza cità d'Italia ppe ggente, è 'o cchiù gruosso ammazzuccato urbano d''o paese doppo chillo 'e Milano ed è settema 'int' 'a crassifeca d''e aree urbane cchiù pupulose d'Europa. È 'a notà pure ca a Napule risede nu quinto d''a pupulazione reggionale 'ntera e 'int' 'a pruvincia soja cchiù ca 'a mità 'e éssa. ' Come arrivare a napoli

Castel Sant'Elmo

La certosa di San Martino fu fondata nel 1325 da Carlo duca di Calabria, che la volle in una posizione dominante sulla città, accanto al castello di Belforte (Castel S.Elmo). La prima soluzione era una grandiosa costruzione gotica di cui rimangono oggi pochi elementi (tra cui alcune aperture con archetti in stile catalano), a causa della radicale ristrutturazione in stile barocco del Seicento, cui parteciparono tutti i grandi artisti napoletani del tempo, sotto la direzione di Cosimo Fanzago.
La chiesa, di tipico stampo barocco, si caratterizza per decorazioni pittoriche di Solimena, Vaccaro, Luca Giordano, Ribera e per gli interventi architettonici e scultorei dello stesso Fanzago; notevoli sono il coro, le cappelle laterali e la sala del tesoro.
Un esempio splendido dell'arte napoletana seicentesca è costituito dal Chiostro Grande, caratterizzato da colonne di ordine dorico-toscano, dal cimiterino dei monaci certosini (con le bianche balaustre marmoree sormontate da teschi scolpiti), dalle statue del loggiato, dai busti dei santi certosini sui portali, dal finto pozzo nel centro e da numerosi alberi da frutto.
Un chiostro più piccolo, detto Chiostro dei Procuratori, costituisce la via di accesso ai giardini e alle sale del Museo Nazionale; presenta le stesse proporzioni del Chiostro Grande, ed ha al centro un pozzo, opera di Felice de Felice.
Il quarto, cioè l'appartamento, del Priore fu decorato da celebri pittori napoletani, e dotato di un bel pavimento in cotto e maiolica, tuttora visibile; il monastero fu soppresso nel 1806 dai francesi, e all'abbandono dei certosini le opere lì custodite furono acquisite dallo stato. Oggi la Certosa ospita il Museo Nazionale di San Martino, dedicato alla storia cittadina e con una ampia, suggestiva, esposizione di presepi della scuola napoletana.
I giardini della Certosa scendono dalla sommità di San Martino lungo la collina del Vomero, per arrivare all'altezza del corso Vittorio Emanuele; vi si trovano molteplici specie arboree e floreali, e da essi si gode uno dei panorami più belli sul golfo di Napoli.

Il museo:
Il museo, nato nel 1995 per volontà del parroco di Alzano, don Alberto Facchinetti, si prefigge lo scopo di mostrare sia alla popolazione locale che agli amanti dell’arte, la storia della comunità del paese con opere religiose quali dipinti, sculture e monili aurei, ma anche testi ed oggetti liturgici (stendardi, ostensori, calici, paramenti sacri, croci ed altro ancora), appartenenti alla storia della basilica di san Martino che non avevano più una precisa collocazione tra gli arredi in uso.
Un altro obiettivo dell’esposizione è quello di ricostruire la storia della Basilica di S.Martino, mediante atti, decreti, disegni, ricostruzioni, testimonianze e documenti, tra cui un manoscritto riportante l’atto di fondazione della parrocchia risalente al 1457.
La chiesa difatti venne ricostruita, sulle basi di una più piccola risalente al XI secolo, nel 1442, ampliata e notevolmente abbellita nel XVII secolo grazie all’architetto Gerolamo Quadrio, il quale progettò anche le sagrestie, notevolissimo esempio di arte barocca lombarda, a cui si accede dedicata direttamente dal museo, alle quali è un’intera sezione.
Il museo d'Arte Sacra si trova infatti all’interno dell’edificio detto “il palazzo”, attiguo alla basilica di San Martino, che nei secoli passati era adibito a residenza dei conti Pelliccioli, nota famiglia del paese seriano.
Dopo numerosi cambi di proprietà, questo stabile, con il relativo cortile, è stato acquistato dal comune che, in sinergia con la parrocchia, lo ha restaurato e recuperato nel 1953. Sono però passati più di quarant’anni prima che all’interno vi venisse aperto il museo, che occupa solo una parte del palazzo (quella più vicina alla basilica stessa), poiché nell’altro ramo vi è un salone per le conferenze.



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